mercoledì 28 marzo 2012

Il Sapo e la Rana Calva


C'era una volta un rospo di nome Cafecito che viveva solo soletto su una piccola isola al centro di un grande lago.
Su questa isola Cafecito aveva tutto quello che potesse desiderare: c'erano tanti alberi, freschi ruscelli dall'acqua pura, migliaia di fiori e piante di ogni tipo, forma e colore. Il cielo era sempre azzurro e il sole donava tutti i giorni i suoi caldi raggi alle innumerevoli specie di animali che popolavano quel piccolo lembo di terra.
Ma il Sapo non era felice: vagava incessantemente lungo la spiaggia dorata alla ricerca del suo amore, dell'amore che non aveva mai trovato.
E girava, girava, girava, girava senza posa, a volte per tanto girare si dimenticava finanche di mangiare, e passava tutto il tempo a scrutare il lago, e le sue acque limacciose e scure che lo separavano dalla terra ferma.
Un bella sera, mentre era intento a passeggiare triste e sconsolato sulla riva del lago, gli sembrò di scorgere in lontananza sull'altra sponda una piccola rana verde dalla grande bocca e dagli occhi immensi. Subito si fermò e aguzzò la vista per poterci  vedere meglio. Il cuore cominciò a battere forte forte quasi che volesse uscirgli dal petto, perchè si era accorto che anche la piccola Rana Calva lo stava fissando con le stessa attenzione con la quale lui fissava lei.
Allora il rospo Cafecito abbandonò ogni timidezza, ogni sua paura svanì e alzandosi sulle zampe posteriori fece un rapido cenno alla piccola rana urlndo con tutta la forza che aveva in gola:
"Ciao Rana Calva, io mi chiamo Cafecito, hai voglia di fare due chiacchiere con me?"
E la rana rispose col tono di voce più alto che avesse:
"Ciao Cafecito, certo che ho voglia! Sono sempre sola e non ho mai nessuno con cui parlare! Adesso é tardi e devo andare, ma ritonerò domani dopo il tramonto e parleremo tanto, tanto, tanto come non abbiamo mai fatto prima!"
Il rospo non poteva credere alle sue orecchie! Era così felice che quella notte non riuscì nemmeno a chiudere occhio, pensando e ripensando alla sua piccola Rana Calva che lo aveva già conquistato.
Il giorno successivo lo trascorse a rimirarsi sul bordo di una pozza di acqua lucida per cercare di capire quale fosse il lato migliore da mostrare alla sua bella dall'altra parte del lago.
Che tortura! Ogni ora, ogni minuto, ogni secondo sembravano durare un'eternità! Mai in vita sua aveva aspettato con tanta trepidazione che il giorno passasse e che finalmente giunta la sera potesse appostarsi lungo la riva del lago in attesa di poter finalmente vedere la sua sua bella, tanto desiderata.
Poi quel giorno interminabile passò, il sole calò dietro le colline, la notte avvolse la piccola isola tra le sue braccia e una grande luna illuminò le acque limacciose del grande lago. Sapo era lì allo stesso posto a scrutare la sponda lontana ben prima dell'ora stabilita!
Come eveva promesso la sera prima la Rana Calva arrivò puntuale. E parlarono, parlarono, parlarono...... parlarono talmente tanto che non si accorsero del tempo che passava e prima che se ne rendessero conto la notte cominciò a lasciare posto al giorno e il sole prese il posto della luna. A malincuore dovettero salutarsi ma non prima di darsi un nuovo appuntamento per la sera successiva.
Giorno dopo giorno, sera dopo sera, confidenza dopo confidenza, passarono i mesi e nè Cafecito nè Rana Calva potevano più rinunciare al loro appuntamento serale. Perchè finalmente avevano trovato l'Amore, il più grande amore che avessero mai potuto desiderare.
Al povero Cafecito però quelle lunghe conversazioni a distanza non bastavano più! Amava alla follia la sua Rana Calva, lei era nei suoi pensieri dal primo momento che apriva gli occhi al risveglio fino a quando li richiudeva per addormentarsi, sempre con l'immagine di lei negli occhi e con la sua tenera voce nelle orecchie. Anche la piccola Rana Calva non pensava ad altro che al suo Sapo Safecito, che mai veva potuto baciare ma che era sempre nei suoi sogni, nei suoi pensieri e nel suo cuore.
Una sera il povero Sapo Cafecito vide come al solito la piccola rana sull'altra sponda del lago, più graziosa e più bella che mai. Il cuore gli batteva fortissimo nel petto e il dolore per non poterla abbracciare diventò troppo forte e impossibile da calmare; fu tanto forte che il Sapo dimenticò che le acque limacciose e profonde del lago erano mortali e ci si buttò a capofitto incurante del pericolo. Ma ben presto il suo slancio generoso fu vinto dal gelo e dopo aver percorso pochi metri fu costretto a tornare indietro per non affogare. Inutile dire lo strazio della povera Rana Calva che assisteva impotente il suo adorato Sapo mettere a repentaglio la sua vita pur di poterla abbracciare una sola volta, fosse anche l'ultima.
Bagnato e tremante per il freddo e per la paura Cafecito se ne tornò sconfitto sulla riva da cui era partito mentre le lacrime gli scorrevano copiose sul viso disperato. La piccola Rana lo vide da lontano piangere così avvilito e allora affidò il loro amore a qualche essere misericordioso che potesse mettere fine a tanto dolore, purché tanto scempio evesse fine.
Una Fata Turchina che si trovava per caso a passare da quelle parti captò la richiesta della piccola Rana e le si avvicinò di nascosto sotto forma di una enorme farfalla bianca e gialla. Così mimetizzata si posò sulla testa della rana e poggiandole la mano sul capo si mise in contatto col suo cuore. Immediatamente un flusso smisurato d'amore le inondò la mente, tanto copioso e traboccante che la Fata volò subito sulla corolla di un vicino fiore per non esserne travolta.
"Non ho mai visto tanto amore sgorgare così forte da un cuore solo" pensò la Fata "E se l'amore é un dono divino a questo amore io farò un dono!"
Sapo aveva smesso di piangere e salutata la sua piccola Rana se ne tornò a dormire mesto nella tana di fango, portando sempre nella mente e nel cuore la Rana Calva.
La sera seguente Sapo Cafecito si avviò ancora più triste del giorno prima verso la sponda del lago, oramai sicuro che mai e poi mai avrebbe potuto abbracciare la sua amata Rana. Ma appena giunse sulla riva si accorse che al posto delle acque fredde e scure c'era un immenso prato verde stracolmo di fiori di ogni forma e colore!! Vide che la piccola Rana lo stava aspettando sull'altra sponda e allora cominciò a correre sempre più forte, quasi volando verso di lei, su quello straordinario tappeto di rose che la Fata bonaria e misericordiosa aveva steso per loro.


  

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